Il progetto si è posto come obiettivo quello di raccontare alcuni highlights delle collezioni dei Musei Civici di Reggio Emilia attraverso lo sguardo dei giovani, che li interpretano graficamente con il linguaggio dell’animazione e del digitale, per comunicare e valorizzare il patrimonio museale muovendo dall’osservazione dei ragazzi e dei bambini e dalla loro idea di museo.
Quindi l’attività ha messo in dialogo i ragazzi con il sistema dei Musei Civici, con le sue collezioni, i luoghi storici e le sale espositive, che hanno accompagnato nel tempo la formazione dell’identità culturale dei cittadini.
Nei Musei si trovano documentate e valorizzate le memorie della natura, dell’archeologia, dell’arte e della storia dell’intero territorio provinciale, in una panoramica che abbraccia i cinque continenti. Collezioni che vanno dal Paleolitico ai nostri giorni presentate nelle principali sedi museali. Un patrimonio di opere ed edifici che è cresciuto in numerosi decenni, aggiornando continuamente le proposte, e il cui primo nucleo risale a poco più di 200 anni fa.
Come è nato il progetto? Il 2018 segna una tappa importante nella storia dei Musei Civici di Reggio Emilia che ricordano i 50 anni dei servizi educativi. Per ripartire da questa data con idee e sensibilità nuove, è sembrato opportuno valorizzare la sinergia ormai consolidata fra musei e scuole, per ideare un progetto di comunicazione e valorizzazione del patrimonio museale che muova dallo sguardo dei ragazzi e ponga il loro punto di vista al centro dell’idea stessa di museo.
A ispirare la selezione dei materiali da valorizzare è stata la sensibilità di bambini della scuola dell’infanzia, che sono stati chiamati ad una scelta libera degli oggetti delle collezioni guidati dalla loro immaginazione. A queste opere si aggiungono quelle individuate dai ragazzi dell’istituto Pascal mossi da curiosità ed esperienza personale.
Abbiamo scelto di mettere in dialogo competenze tecnologiche e competenze umanistiche (Digital Humanities), perché gli studenti potessero mettere in campo le abilità apprese durante il loro percorso di studi applicandole ai beni culturali. Si è scelto di valorizzare il lavoro condiviso, inclusivo, socialmente ed ecologicamente attento alle opportunità offerte dalla relazione fra patrimonio e nuovi linguaggi, per creare una comunicazione del Museo capace di rispondere anche alle richieste di un pubblico giovane. Il progetto si è posto come finalità la valorizzazione delle vocazioni personali, tenendo in considerazione gli interessi e le attitudini degli studenti. L’obiettivo è stato quello di restituire alla città l’immagine di un museo visto attraverso lo sguardo di bambini e ragazzi, un pubblico da sempre protagonista della vita stessa del museo, che può suggerirne una particolare interpretazione e una suggestiva lettura.
Il risultato del progetto consiste in un prodotto multimediale fruibile da tablet messi a disposizione dei visitatori all’ingresso di Palazzo dei Musei.
Il Museo che meraviglia: dalla selezione di oggetti da parte dei bambini coinvolti nel progetto e dalle loro parole è stato costruito un percorso per un target di piccoli visitatori (3-6 anni), una sorta di mappa per orientarsi nel museo alla scoperta dei capolavori scelti dai loro coetanei (“quelli che piacciono a me, Anna Vittoria 4 anni”). La scoperta di questi materiali è potenziata dai contenuti disponibili sul tablet: gif animate degli oggetti e speciali didascalie.
Il Museo che inquieta: dalle scelte effettuate dagli studenti è scaturito un progetto analogo rivolto al pubblico degli adolescenti (target 15-18 anni). In questa seconda mappa sono confluite gif animate e didascalie realizzate dai ragazzi stessi a partire da informazioni scientifiche, reinterpretate secondo un linguaggi e punti di vista a loro più familiari.
Referente Blaise Pascal: Prof. Luca Caleffi
Referente Musei Civici: Chiara Pelliciari